La diagnosi parodontale si avvale di 3 strumenti: una piccola sonda parodontale, che permette di riconoscere zone o punti dove la malattia si è instaurata; le radiografie dettagliate di tutti i denti (status radiografico) per definire il grado di compromissione dell’osso; e la competenza del dentista, senza la quale non è possibile saper leggere gli esami effettuati e definire la corretta terapia. La prima tappa terapeutica è rappresentata dalla terapia causale, che consiste non solo nella rimozione dei batteri dalle superfici dentali e radicolari, ma anche nell’insegnamento delle tecniche di igiene orale domiciliare e nella correzione degli stili di vita (es. fumo, alimentazione scorretta). In alcuni casi specifici, è necessario associare una terapia farmacologica sistemica o locale. Altra indispensabile componente della terapia parodontale è il mantenimento, che consiste nello stabilire richiami regolari di igiene orale, individualizzati a seconda delle necessità, al fine di rimotivare, monitorare e mantenere stabili nel tempo i risultati ottenuti con la terapia.
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